lunedì 17 settembre 2012

Etica e guadagno


Spero che le esternazioni di un imprenditore di successo e l'improvviso interesse da parte del ministero delle attività produttive diano una ridimensionata al delirio di onnipotenza di certi CEO e di certi Toy-presidenti, che tanto hanno reso pesante l'aria dalle nostre parti.
Deliri che hanno portato molta preoccupazione, incertezza nelle case di tante persone.
Mai come in questo periodo si vedono personaggi di un certo spessore, con famiglia al seguito, lasciare l'azienda per recarsi in Germania oppure in Inghilterra.
In poche parole: fuga di cervelli. Quelli che avevano una certa idea nel fare auto.
Ed il mercato dell'automotive se li è accaparrati. Immediatamente.

Si delocalizza in luoghi dove è più facile trattare gli esseri umani come servi ... o peggio.
Non si guarda in faccia a nessuno ed a niente.
Si insegue il guadagno. Basta.
Non c'è più etica.
Non importa se ti lasci alle spalle disperazione. Solo Guadagno. Niente etica.
Per questo sei autorizzato a dire di tutto, poi, il contrario di tutto.

Vedo e sento ancora qualcuno che sostiene questo modo di fare economia e finanza.
Persone che sentendosi al sicuro in una bolla di sapone guardano la realtà e la vedono in un modo sfumato.
E continuano a tifare per il più forte (per oggi).

Alle volte penso a quanto effetto negativo nei confronti del marchio questo atteggiamento comporta.
Quanto mercato associa il prodotto con la faccia di chi lo vende.
Mentre una volta esisteva un personaggio che, nel bene o nel male, era un simbolo, del capitalismo, della ricchezza, del glamour, oggi vediamo un maglione stazzonato.
La vedo male.

(17.9.2012)