domenica 9 agosto 2015

La famiglia Karnowski e lo scontro generazionale.





Ho letto un libro veramente bello. Ponderoso ma coinvolgente.
Ambientato tra le ultime decadi dell'ottocento e la fine anni trenta del novecento.
La storia si sviluppa tra tre generazioni della famiglia ebrea dei Karnowski.
Il primo è David che vuole scappare dalla natia Polonia in quanto la ritiene terra arretrata e la sinagoga non all'altezza di accettare evoluzioni della dottrina. David guarda alla Germania, recentemente diventata una unica nazione, come luogo illuminato ed in corsa verso tutti i cambiamenti.
Emblematica la sua frase "Bisogna essere ebrei in casa e tedeschi fuori".
Il secondo è Georg che non condivide le scelte del padre. Non prende in considerazioni i sogni che David ha per lui, è segue una strada tutta sua.
Georg diventerà un famoso dottore e dirigerà con successo una famosa clinica. Questo non sarà sufficiente a riavvicinare padre e figlio.
Il terzo è Jegor: la figura più estrema. Rifiuta completamente la parte ebrea della sua famiglia e con l'aiuto dello zio Hugo Holbek, fratello della mamma ariana, si avvicina al nazionalsocialismo.
Dopo aver attraversato momenti (veramente) drammatici la famiglia Karnowski riesce a scappare verso gli Stati Uniti. New York.
Laggiù la vita non è semplice per nessuno.
C'è chi comunque si riafferma, chi si adatta e chi no. Jegor.
Egli sente fortemente la nostalgia di casa in Germania e per alleviare ciò frequenta circoli ariani e del NSDAP statunitensi che lo sfruttano e lo usano per azioni spionistiche e attentati. Fortunatamente i risultati sono maldestri.
Il finale è drammatico, ma da anche speranza per un futuro diverso, nuovo.

Interessante vedere come lo scrittore non usa ma definire i protagonisti politici degli anni trenta in Germania in modo chiaro. Il partito è chiamato "uomini con gli stivali", il capo è "quello coi baffi".



Se provassi a catalogare la letteratura nella quale sono inciampato nella mia vita si posso raccogliere un numero finito di argomenti.
C'è il triller, il giallo, che può essere svolto dalla parte di chi deve risolvere oppure da chi lo commette.
C'è il conflitto tra uomini per il denaro, il potere.
Ci sono le storie d'amore.

Esiste infine la storia che ruota sul conflitto tra le generazioni.
Il libro del quale scrivo oggi ha come elemento comune e ricorrente proprio questo conflitto

E' un tipo di letteratura che tutte le volte mi traccia, fin dalla prima lettura fatta su questo argomento: La valle dell'Eden di John Steinbek.
È un tipo di esperienza che tutti noi abbiamo fatto, nel confronto con i propri figli e che ricordano passati confronti con i propri padri.
La continua lotta tra una visione audace della vita è una conservativista, lo scontro tra chi vede una autostrada e chi una strada di montagna.
Certe volte penso fino a che punto è necessario evidenziare le difficoltà oppure lasciare fare a gente che oramai ha superato ormai da tempo la maggiore età.
Forse è proprio con l'incoscenza che si sono ottenuti i risultati inaspettati, che altrimenti sarebbero rimasti intentati.

Per contro, come si dice, a pensare alla grande si corre il rischio di sbagliare alla grande.

(9.8.2015)


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