venerdì 4 marzo 2011

P.P.P. (Prima di Parlare....Pensava)




Oggi parlo di Pier Paolo Pasolini (5.3.1922 - 2.11.1976).

Personaggio internazionalmente riconosciuto come una delle più lucide menti del 20esimo secolo italiano.
Iniziò la sua carriera artistica a Casarsa del Friuli (anni 1942-45) dove avviò diverse iniziative culturali che facevano principalmente riferimento alla centralità della lingua friulana.
La sua vita, in quel periodo, si intrecciò anche con i drammatici episodi della guerra occorsi in quei luoghi, e l'epilogo dato dagli scontri tra partigiani dove Pasolini perse il fratello Guido (Eccidio di Porzus-UD 7.2.1945).
Nell'immediato dopoguerra lasciò Udine per sfuggire ad uno scandalo evidenziato principalmente dalla locale sezione del PCI.
Già .... il Partito Comunista.
PPP fu una grandissima risorsa del partito, una proiezione di ciò che doveva diventare nel futuro un grande partito. Invece, come spesso succede a quelli troppo avanti, viene tradito. Allontanato per lasciar posto alla mediocrità.
Pasolini sarà per sempre una spina nel fianco al PCI.

A Roma diventa scrittore affermato, regista, animatore delle serate culturali della capitale.
Ma è soprattutto colui che vede oltre quella che era una società industrializzata ma ancora con i piedi ancora sprofondati nella terra...contadina.
E' il primo a parlare di perdita di identità di una nazione e dell'incalzante consumismo/edonismo che porterà l'individuo a estraniarsi dalla comunità.


"L'altro è sempre infinitamente meno importante dell'io. Ma sono gli altri che fanno la storia."


Cosa c'entro con Pasolini io? Niente.
Troppo alta la figura. Lo posso guardare da distante. Imbrigliato dalla pochezza dei miei mezzi.

Se non fosse che ho letto da giovane due dei suoi romanzi e porto dentro ancora ora il ricordo e l'emozione di quella lettura. Questi mi sbalordirono. per tre motivi principalmente:
1- la drammaticità dei personaggio, delle loro vicende umane, per le loro propensioni, per gli ambienti degradati. Si trattava principalmente di degrado economico, la vita della bidoneville romana popolata da profughi da terre ex italiane, delle borgate piene di casermoni come il quartiere di Pietralata.
2-L'uso del dialetto romanesco che contribuisce a rendere i personaggi più 'taglienti'.
3-La poesia e l'estrema leggerezza con la quale PPP pennella il dramma dei suoi personaggi. Personaggi semplici ed anche un poco sordidi, che una volta sola nella loro vita hanno l'occasione di riscattare la loro esistenza con un gesto sublime. E per questo pagheranno con la morte.

Da allora ho sempre guardato con curiosità tutto quello che lo riguardava.
Recentemente ho trovato anche un articolo relativo a una sua grande passione: Il calcio.
"Senza il cinema, senza scrivere, che cosa le sarebbe piaciuto diventare?"
"Un bravo calciatore. Dopo la letteratura e l'eros, per me il football è uno dei grandi piaceri"
(Pasolini in una intervista rilasciata a Enzo Biagi, La Stampa, 4.1.1973)



Ricordo inoltre durante il mio esame di maturità, nel caso in cui mi avessi dovuto portare italiano come prova d'esame orale, lo avrei presentato come autore.
Solo tempo dopo ho realizzato che sarebbe stato un rischio enorme.....

Pasolini è un personaggio di oggi.
Non ci sarebbe nulla di strano ritrovarselo vivo e vegeto dentro le pagine, per esempio del magazine tipo 'Rolling Stone'(del quale sono un malato lettore). Un personaggio di rottura, scomodo...urtante ed indisponente.
Me lo immagino come una specie di Vittorio Sgarbi....ma più ironico, meno sguaiato: da dalle prese di posizione fuori dagli schemi.

Il suo nome viene spesso ricordato solo per le sue inclinazioni sessuali. Nella società di quegli anni questa era una vergogla senza possibilità di perdono.
Oggi forse non sarebbe più così....ma non ne sono sicurissimo.
E soprattutto questo aspetto non può e non deve intaccare la figura dell'uomo...come insieme di umanità, amore, intelligenza.

Di personaggi così non se ne trovano spesso. E quando ci sono non bisognerebbe bastonarli.

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