venerdì 19 aprile 2013

Educazione siberiana.


Dove e' normale leggere la definizione "onesto criminale", dove il delitto segue una precisa liturgia, dove avendo la giusta benedizione l'omicidio è perpetrato in immunità.
Kolima è un giovane figlio di siberiani deportati negli anni dello stalinismo in Transinistria.
Di Lilin avevo già letto "caduta libera"che narrava la storia di Kolima inquadrato nelle forze speciali russe in guerra in Cecenia.
Un libro duro in un teatro spietato.
Educazione si legge bene. E' una lunga sequenza di storie della gente siberiana e delle organizzazioni in quel luogo sono inserite e operano.
Il film, diretto da Salvadores che in questo periodo è in proiezione, e' solo una piccola parte. Penso che lo vedrò. E magari mi deluderà (ma non e' detto).

(19.4.2013)

lunedì 15 aprile 2013

Il Partigiano Johnny





Qualche settimana fa si sono svolte le celebrazioni del cinquantenario della morte di Beppe Fenoglio avvenuta il 18 febbraio 1963.
In questa occasione si è diffusamente parlato della sua opera "Il partigiano Johnny".
La curiosità di conoscere l'avventura del partigiano è stata forte e ne è valsa la pena.
Il romanzo non è di  facile lettura. Il testo è scritto in un italiano difficile ed è pieno di parole, avverbi e frasi espressi in un inglese estremamente colto.
Durante la lettura, infinite volte, ho dovuto fare ricorso al vocabolario per comprendete talune espressioni in italiano ed al dizionario utilizzato al cospetto di termini rugged and wrinkled (duro, aspro) oppure subtile, slender, tasteful (elegante, raffinato).

L'8 settembre sorprende Johnny a Roma. Come molti altri, abbandona la divisa e si mette in viaggio verso il suo paese: Alba.
Il libro inizia con il suo rientro a casa.
I genitori, che conoscono già la situazione, invitano il figlio a rifugiarsi nella casa in collina, lontano da occhi indiscreti, lontano dalle chiacchiere.
In paese, infatti, sono appesi i bandi per l'arruolamento coatto nelle file dei repubblichini. Chi si rifiuta, nella migliore delle ipotesi, va in Germania, altrimenti è fucilato come disertore.
La vita nella casetta in collina è, per Johnny, insostenibile.
Infatti una sera lascia tutto e va in cerca dei partigiani.
Si aggrega inizialmente alle truppe garibandine: i rossi. Ma ben presto ritiene di non combattere per giusta causa. Incontra, e poi entra a far parte, del gruppo del mitico comandante Nord: il capo degli azzurri.
Ma è una campagna stentata e di piccole azioni: la guerra partigiana è fatti di pochi mezzi, di rare forniture inglesi.
Nonostante ciò il 10 ottobre 44, i partigiani occupano Alba. E' una piccola, gloriosa parentesi di libertà, in mezzo ad una guerra dura, senza pietà.
Questo bel periodo si conclude con la pesante risposta delle truppe fasciste che, mettendo in campo grandi numeri di uomini e mezzi, riconquistano il città.
I partigiani sono annientati.
La frase "Abbiamo conquistato Alba in 2000 e l'abbiamo persa in 200!", indica il grado di inquadramento e organizzazione delle truppe partigiane. Infatti appena gli uomini percepivano aria di sconfitta, con discrezione si allontanavano, "disertavano".
Inizia così un duro inverno.Le bande di Nord sono disperse e tra una sparatoria ed un rastrellamento Johnny si ritrova solo. Preso tra il terribile freddo dell'inverno, la fame, l'indifferenza della gente che evitava i partigiani perchè portatori di ritorsioni da parte dei fascisti, combatte una difficile lotta per la soppravvivenza.

Che dire dei repubblichini. Inizialmente sono truppette grottescamente disorganizzate, che diventano nel tempo sempre più precise e spietate, soprattutto nei confronti della popolazione civile accusata di collaborazione con i "banditi". La situazione peggiorò ancora con l'arrivo del terribile battaglione San Marco: ulteriore terrore e lutti tra la gente.

Johnny si trascina con uno stato d'animo sempre più depresso. Sempre più abbandonato e tradito nelle speranze dalle vicissitudini del comando partigiano ed alleato.
Infine bellissima, complessa ed introspettiva è l'uccisione della spia travestita da commerciante.
E poi l'ultima battaglia del partigiano Johnny. Quella decisiva, finale, dove troverà la morte.
Una morte anonima, senza celebrazione, una riga secca, senza clamori o commento.




Il libro è stato pubblicato nel 1967, quindi postumo. Esistono  due tipi di stesure: una ridotta con meno riferimenti alla lingua inglese e, in generale, più breve. L'altra pubblicazione (quella che ho affrontato) è un libro più ponderoso.

Risulta  evidente, soprattutto nel finale, che l'opera è incompiuta e rimaneggiata dagli editori.

Come posso commentare questo libro?
Leggerlo ora, in questo periodo post elettorale, banalizza e rende piccoli, o peggio insignificanti, le beghe del giorno d'oggi.
Fa pensare che poi, tutto sommato la fatica del Partigiano Johnny è stata quasi del tutto inutile.
Leggere questa storia comunque è stata una bella boccata di aria pulita, di primordiali sentimenti, di romantiche illusioni. La morte è vista come un lasciapassare per un futuro ..."non migliore, ma diverso".

Inoltre scorgere tra le pagine molta gente ignobile e meschina e poca altra eroica e proiettata verso grandi ideali è stato come vedere noi stessi ora, che ci muoviamo blandamente senza una direzione certa, senza un obiettivo, senza un comune ideale.

Il partigiano Johnny giace in un campo fiorito ...ma, purtroppo, dimenticato.

http://it.wikipedia.org/wiki/Beppe_Fenoglio

http://it.wikipedia.org/wiki/Il_partigiano_Johnny_(romanzo)

(15.4.2013)

lunedì 1 aprile 2013

Il tuttomio di A.Camilleri





Il tuttomio.... il lato oscuro del Maestro.


(1.4.2013)


David Bowie -Tha Next Day



Se consideriamo solo gli ultimi 20 anni, posso dire che è uno dei migliori album del Duca Bianco.
Escludiamo il capolavoro Outside, inarrivabile produzione, e il successivo Buddha of Suburbia, che di Ouside è la continuazione e conclusione, The Next Day è sicuramente il migliore.
Dopo una assenza di 10 anni e dopo che l'album immediatamente prima fosse ritenuto dalla critica di una povertà estrema (l'ho acquistato d'occasione 3 anni dopo l'uscita), David Bowie ha fatto qualcosa di sorprendente.
Personalmente non ci credevo.
E' un album nuovo ma con radici nel retroterra artistico di Bowie ben salde e marcate. 
Non sarà un lavoro che resterà nella storia del rock, ma vale la pena di ascoltarlo. Non una sola volta.

(1.4.2013)