martedì 13 maggio 2014

Scarpe italiane






Sono nel periodo che leggo molto libri di scrittori svedesi.
In special modo Henning Mankell.
Tutto era iniziato con il commissario Wallander. Una specie di Montalbano della Svezia del sud (Scania). Pieno di problemi fisici, morali ed esistenziali. I delitti su cui indaga sono efferati e sanguinari e male si addicono alla bucolica pacatezza dei luoghi.
A conferma, tutti i martedì su FoxCrime c'è la mitica "Serata Wallander". E tutte le volte la visione diventa ...dura, le tematiche sono sempre inquietanti.

Poi casualmente ho scoperto, dello stesso autore, qualcosa di totalmente diverso: Scarpe italiane.

Un libro di solitudine e di incontri, di grandi amori e abbandoni. Di gente di grandi qualità che rifugge dalle grandi città per rifugiarsi nelle foreste

Ma quanto è strana la vita degli svedesi in Svezia. La perpetua convivenza con il freddo che non interrompe nessuna attività umana. Neanche il bagno quotidiano nel lago. Ovviamente dopo aver aperto un buco nel ghiaccio.
Il personaggio principale, Fredrik Welin,vive in un'isola deserta nel mar baltico, quotidianamente fa il suo bagno nel ghiaggio anche se ha superato da un pezzo la sessantina.
E' stato un medico chirurgo, ma in seguito ad una operazione sbagliata lascia la professione e fugge nell'isola che fu dei nonni.
Viene ritrovato dalla donna che aveva abbandonato quaranta anni prima e ritrova una figlia che non aveva mai saputo di avere. Una vita di solitudine diventa piena di personaggi con i quali convivere e' alquanto problematico.

E' un viaggio nell'intimo delle persone, nelle paure di amare e di essere amati solo per il terrore di ritornare ad essere soli.

(13.5.2014)


giovedì 1 maggio 2014

Un mito di nome Ayrton

 

Sono passati vent'anni.
E io quel giorno ero davanti alla televisione. Ricordo ancora lo stupore, l'incredulità e lo sgomento.
Mi piaceva molto la Formula 1 e i piloti erano soprattutto dei coraggiosi, audaci.
E Ayrton lo era più di tutti.
Un uomo di classe che rimane negli anni un mito. 

Un mio personale mito.


(1.5.2014)