mercoledì 30 gennaio 2013

Message in a bottle




Un amico, qualche post fa mi rimproverava, bonariamente, sul perche' non condivido quello che scrivo su FB.
Ho smesso di pubblicare mie cose principalmente per una questione di discrezione.
Non ho particolari mire di popolarità, non devo manifestarmi, non devo fare pubbliche dichiarazioni.
Scrivere sul mio piccolo blog e' un esercizio del tutto personale, sono solo mie riflessioni.
Ed ora mi sento piu' libero, e talvolta divento piu' intimo.
Poi se qualcuno legge i miei pensieri ...pazienza.

E' come buttare una bottiglia nel mare, qualcuno, forse leggerà il mio messaggio.
Forse no.

(30.1.2013)

martedì 29 gennaio 2013

Le tristezze quotidiane

Che tristezza la campagna elettorale.
Pensavo che con la "salita in campo" del professore i toni del confronto fossero piu' , come dire ...."alti".
E invece ogni giorno una bassezza in piu'.
Sempre tutti pronti a parlare dei problemi/debolezze altrui.

Uno che quando apre la bocca genera sciocchezze, un altro che vuole sbranare ma continua a non avere mordente. Quello di mezzo che fa terra bruciata. Un ex magistrato che inveisce contro la sinistra e un comico che inveisce contro tutti.
Ma dei nostri problemi quando cominciamo a discutere.

Fino ad ora nulla. Aspettiamoci un finale col botto!
Manca meno di un mese.

(29.1.2013)

domenica 27 gennaio 2013

21 gennaio



Fa una certa tenerezza vedere nela foto due bambinetti di 4 e 9 anni ritratti nel retro bottega di un fotografo, posta nella piazza della chiesa di uno sperduto paesino nel cuore dell'Istria (Montona), era l'anno 1932.
Avverto una certa vertigine del tempo che separa le persone di questa immagine da me.
Questi due bimbi sono cresciuti, hanno fatto la loro vita ed oggi non ci sono più. Sono la mia adorata zia Nerina, che e' stata per me una madre, autoritaria ma rassicurante e a fianco a lei, più piccolo, mio padre.

Il 21 gennaio sarebbe stato il suo compleanno.
Ironia: è venuto al mondo nel mese più freddo e se n'è andato nel più caldo.
Non ho avuto un grande contatto con lui. Troppo duro con se stesso e, soprattutto con gli altri.
Lui, un poco  come me, aveva carattere che rifiutava di esprimere le proprie preoccupazioni, paure. Non parlava assolutamente dei suoi malanni fisici, anche quando questi erano diventati gravi. Ma neanche esternava i suoi pensieri, quelli più profondi.
Per questa ragione infatti sono rimaste in sospeso tutte le cose che dovevamo dirci, le cose espresse a metà.
Andandosene si è portato via le risposte alle mie domande.
Un giudizio sospeso, tutta una serie di "mah".

Dopo tutti questi anni comunque ho sempre nella testa un piccolo "task", una piccola elaborazione: cercare di capire la persona.
Non credo che ciò mi sarà più possibile. Infatti passano gli anni e meno mi ritrovo con certe scelte e certe azioni.
E' un muro che non cede.
Forse l'unica soluzione e', non abbatterlo, ma scavalcarlo.
E buona notte a cio' che e' stato. Keep memory and carry on.

(27.1.2013)

giovedì 24 gennaio 2013

Dream team

I bei tempi...

L'avvocato

Chissà come avrebbe vissuto l'avvocato, la realtà odierna. Quali azioni avrebbe intrapreso per far fronte alla crisi di sistema dell'italia, dell'Europa e della Fiat. Chissà cosa direbbe della situazione aziendale attuale e della sua internalizzazione.
Sono convinto che ne penserebbe bene, vedendo poi i profitti che, nonostante tutto, il gruppo produce. Forse, se ci fosse ancora al timone, avrebbe fatto le stesse scelte. Se non fosse altro che il capitale va salvaguardato e, possibilmente, incrementato.
Sicuramente i rapporti con il mondo esterno forse sarebbero un poco piu' ...vellutati, con poche dichiarazioni roboanti e meno promesse.
In poche parole con un poco di quella cosa che al giorno d'oggi ci manca tanto: "understatement".

(24.1.2013)

mercoledì 23 gennaio 2013

Operazione pulizia

"Abbiamo allontanato alcuni nostri amici, a manincuore, per portare credibilità al partito. Con questa operazione guadagneremo un milione di voti".
Mah.
Questi "amici", quali Cosentino, Papa, Dell'Utri, Genovese, sono personaggi cresciuti all'interno del partito, protetti fino all'ultimo. Sono stati sotto l'ombrello del capo per tutto questo tempo.
Il PDL, per guadagnare credibilità, non deve cacciare i pesci piccoli (o medi vedi Dell'Utri), dovrebbe allontanare il padrone, il mandante, il protettore di questi teppistelli. Per diventare un partito normale.

(23.1.2013)

giovedì 17 gennaio 2013

Redditometro

Redditometro abbatte i consumi.
Mah...
Il redditometro,in estrema sintesi, é un sistema informatico che incrocia i consumi con i redditi. Se in possessore di una barca da 15 metri denuncia un reddito annuo di 15 mila euro, qualcosa non quadra, esiste una buona possibilità che si tratti di un evasore.
Mi sembra un buon modo per arginare l'evasione fiscale.
E invece no!
L'argomento é entrato nella campagna elettorale ed é diventato oggetto e argomento di convizione verso un certo bacino di elettori: gli evasori.
"Abbatte i consumi!"
"Criminalizza la ricchezza!"
In questi giorni ne ho sentite molte. Alcune veramente irritanti. Sembra che l'evasione sia un problema meno grave del calo negli acquisti di beni di lusso. Auto sportive, rolex, barche, vacanze il luoghi esclusivi.
Se poi il vero calo é nei beni di prima necessità, non importa un gran che.
Si tratta di 130 milirdi di euro di evasione.
Se riuscissimo a recuperare almeno la metà, si potrebbero fare grandi cose.

Oppure no. Garantiamo l'impunita agli evasori (sennò chi compra le barche a vela), ed attacchiamoci ai soliti  ...noti.
Sono ancora una volta deluso. L'equità non é di questo posto.
La borghesia, nelle sembianze di un grigio professore di Milano, é ancora una volta padrona della situazione.

E se fosse la "criminalizzazione della ricchezza" la risposta.... Forse no, ma talvolta ci penso.
Non chiedo molto: che ogniuno paghi in ragione delle proprie capacità. Forse chiedo troppo.

(17.1.2013)

mercoledì 16 gennaio 2013

Addio alle armi

Bravo Barack!
Finalmente qualcuno che va controcorrente, che va contro le dannatissime lobby, che se ne fregano della vita della gente. Specie se sono persone normali.
Lobby che barattano la vita per il guadagno.
Lobby chiamano te, Barack, ipocrita. Gia... Perche' fai difendere le tue figlie da guardie armate.
Forse le lobby prefirebbero che le tue figlie si difendessero da sole, magari con un bel fucile d'assalto.

Bravo Barack, sarà una lunga battaglia, e ti seguirò ancora.

(16.1.2013)

Tanti anni.




Sono parecchi giorni che rimugino un pensiero giusto per sintetizzare con poche frasi tutto il mare di tempo che abbiamo trascorso insieme. Non è un lavoro facile. Raccontare lo spirito di una lunga attraversata.
Non vorrei banalizzare una cosa di grande valore che esiste tra noi. Non vorrei neanche ridicolizzare un sentimento profondo quale è quello che mi lega a te.

Abbiamo iniziato per ridere, per scherzo. Poi per necessità, per puntiglio. Non ci credevamo e poi altri non credevano. Contro tutto e tutti. Ci siamo battuti.
Eravamo ragazzi.

Ora, quando facciamo due conti non ci pare possibile, se non fosse per i due strani e buffi personaggi che a casa nostra sono arrivati piccolini ed ora sono donne e uomini quasi pronti al grande salto verso la loro vita. Da non credere.

E nel frattempo noi. Cresciuti con i nostri figli, ma sempre insieme.
Nonostante ciò che abbiamo vissuto: cose felici, cose tristi.
Sono sempre incredulo quando riscopro la serenità che mi dai quando i nostri sguardi si incrociano, così, come la prima volta. La tranquillità di sentirti che giri per casa affacendata, la tua voce, la tua risata.
Già, perchè sei sempre la mia compagnia, il mio confronto,il mio vissuto.
Sei la mia amica con la quale mi piace camminare, esplorare, condividere sia la gioia che il dispiaceri.
I nostri progetti o sogni  (la casa al mare, i viaggi, le passeggiate alla scoperta di cose che conosciamo) di un futuro sempre e comunque insieme.

Talvolta penso a quanto pagheremo caro tutta questa felicità.
Penso a quanto sarà doloroso quel giorno che dovremo separarci. Il solo pensiero mi strazia dentro, uno strappo al cuore.

E' per questo che dobbiamo vivere intensamente questi nostri momenti. Perchè ogni minuto con te è un grande regalo della vita.
Mi piace godere del tuo garbo e delle tue attenzioni, mi piace sentire il sostegno che dai nelle questioni difficili.
Ma più di qualsiasi cosa il tuo sorriso e la tua tenerezza.

Tu non sei solo nella mia vita, sei la mia vita.
Non sei nella mia casa, sei la mia casa.

Dal mio cuore "ti amo".
Dai miei pensieri, grazie.


(9.1.2013)


giovedì 10 gennaio 2013

Il ritorno del Duca ...zoppo.




Dopo la delusione dell'ultimo single di David Bowie "where are we now", mi sono rifatto ... l'orecchio con Ziggy Stardust.
Bellissimo.
Inarrivabile.
Il massimo.
E' pur vero che apprezzo con piacere anche l'ascolto della trilogia berlinese.... però, l'alieno è ancora uno scalino sopra.
Infatti con Ziggy la musicalità è fresca, giovane, disinvolta, innovativa.

Peccato che invece oggi ci propinano un brano, come dire ...già visto.
E ce lo spacciano per una grande novità
Un vero peccato.

D'altro canto lo stesso tempo che passa su di me, passa anche sulla creatività del Duca.

(10.1.2013)

lunedì 7 gennaio 2013

Cose inguardabili


Berlusconi non premier ma ministro dell'economia.
Gia' mi immagino le risate in giro per il mondo.
Ma piu' del ridere mi preoccupa la vergogna.
Sappiamo che sara' molto difficile..... ma se mai capitasse.....

(7.1.2013)

sabato 5 gennaio 2013

L'eredità di Lilli Gruber e la questione alto atesina




Ho terminato di leggere l'ultimo libro di Lilli Gruber. La lettura è scivolata via senza intoppi. Il libro è godibile e scritto con garbo da una giornalista il cui valore è noto a tutti.

E' la storia della sua famiglia, che risiede in Alto Adige (o SudTirolo come sia la scrittrice che i personaggi preferirebbero). E' incentrata sulla figura e sulla storia di Rosa Tiefenthaler  che detiene e amministra con saggezza le ricchezze agricole lasciatele dal padre. Un panorama idilliaco e di prosperità in cui entra, spannung del libro, la grande guerra e la conseguente caduta dell'impero asburgico.
La vita di Rosa e della sua famiglia ne verrà sconvolta.
Narra ancora del tentativo, fallito e sotto molti aspetti maldestro, del fascismo di italianizzare questi territori appena acquisiti, tentativo sghembo di sradicare il Deutschtum: la germanità.
Si intrecceranno storie di persone in luoghi tutte collegate a Rosa, alla famiglia, alla difesa del patrimonio familiare e culturale.

La scrittrice Gruber ha, inoltre, un rapporto di parentela con i personaggi. Intercala alla storia sue riflessioni e riscoperta dei posti.

A me piacciono molto le storie di frontiera, specie se del nord-est d'Italia collocate temporalmente nella prima metà del XX secolo. Mi piacciono le storie di uomini e donne che in un scenario difficile, in continua evoluzione che sopravvivono e fanno i conti con le realtà nuove.
Contrariamente a quanto successe nelle zone est (Friuli, Istria, Quarnaro) dove la presenza della politica, del fascismo, sono state di sostegno all'italianità che si espandeva, in Alto Adige tutto ciò diventava un mostro spietato ed inarrestabile.
In questo caso l'italianità non si scontra con la cultura slava, più debole e frammezzata, ma la cultura germanica che è ovviamente profondamente radicata.
Sarà una battaglia senza esclusione di colpi.
La gente del SudTirolo sente, quando è al massimo della disperazione,  come unica possibilità di aiuto la dittatura che si sta consolidando in Germania e che ha appena assorbito la terra madre Austria.
Una cura peggiore del male.
Si narra poi del terribile ricatto dell'"Opzione": accettare lo status-quo ed italianizzarsi oppure lasciare tutto ciò che si possiede per emigrare in Germania per colonizzare i nuovi territori dell'est.
Solo il crollo del fascismo in Italia e la rovinosa sconfitta della Germania fermeranno l'inesorabile scivolare verso una catastrofe ancora peggiore.


Questo il libro.
Aggiungo una nota personale.
Alcuni anni fa ho lavorato, per la mia precedente azienda, esattamente nei luoghi descritti dal libro: Egna, Ora, Pinzano. Ricordo ancora oggi la sgradita sensazione provata nei rapporti con la gente del posto: sempre un poco spocchiosi e scostanti nei confronti di chi come noi eravamo li per rimediare ad un nostro problema alla pressa appena fornita. Continua impressione di essere considerati non all'altezza di risolvere il problema."Ah, welscher!(italiani)". Sensazione che nel mio caso era in parte mitigata dal fatto che avevano saputo delle origini della mia famiglia, ma che non risolveva completamente questo stato di diffidenza reciproca.

Con ogni probabilità la storia, da quelle parti, non è stata ancora completamente assorbita, c'è ancora qualche scoria da smaltire, nonostante che la comunità altoatesina sia la minoranza più tutelata d'Europa.
Non si potrà vivere per sempre recriminando gli sbagli di un tempo ormai passato.
Non si potrà continuare a vivere in un posto e sognarne un altro. Specialmente ora che l'Italia vive un momento di grossa difficoltà mentre sia l'Austria che la Germania sono in una situazione di maggiore ricchezza.

L'Alto Adige è un posto bellissimo e arricchita da opportunità che la gente del posto non ha perso.
Francesco Giuseppe è morto da tempo. L'Austria è al di là di una frontiera peraltro aperta.
Viviamo nell'europa dei popoli. Rosa Tiefenthaler ha fatto la sua epoca.

(4.1.2013)