domenica 27 gennaio 2013

21 gennaio



Fa una certa tenerezza vedere nela foto due bambinetti di 4 e 9 anni ritratti nel retro bottega di un fotografo, posta nella piazza della chiesa di uno sperduto paesino nel cuore dell'Istria (Montona), era l'anno 1932.
Avverto una certa vertigine del tempo che separa le persone di questa immagine da me.
Questi due bimbi sono cresciuti, hanno fatto la loro vita ed oggi non ci sono più. Sono la mia adorata zia Nerina, che e' stata per me una madre, autoritaria ma rassicurante e a fianco a lei, più piccolo, mio padre.

Il 21 gennaio sarebbe stato il suo compleanno.
Ironia: è venuto al mondo nel mese più freddo e se n'è andato nel più caldo.
Non ho avuto un grande contatto con lui. Troppo duro con se stesso e, soprattutto con gli altri.
Lui, un poco  come me, aveva carattere che rifiutava di esprimere le proprie preoccupazioni, paure. Non parlava assolutamente dei suoi malanni fisici, anche quando questi erano diventati gravi. Ma neanche esternava i suoi pensieri, quelli più profondi.
Per questa ragione infatti sono rimaste in sospeso tutte le cose che dovevamo dirci, le cose espresse a metà.
Andandosene si è portato via le risposte alle mie domande.
Un giudizio sospeso, tutta una serie di "mah".

Dopo tutti questi anni comunque ho sempre nella testa un piccolo "task", una piccola elaborazione: cercare di capire la persona.
Non credo che ciò mi sarà più possibile. Infatti passano gli anni e meno mi ritrovo con certe scelte e certe azioni.
E' un muro che non cede.
Forse l'unica soluzione e', non abbatterlo, ma scavalcarlo.
E buona notte a cio' che e' stato. Keep memory and carry on.

(27.1.2013)

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