lunedì 29 settembre 2014

Articolo 18 . Uomini e non.



Si, lo ammetto.
Sono a favore dell'abolizione dell'articolo 18.
Basta previlegi, siamo tutti uguali.
Una volta per tutte diamo una svolta alla nostra vita.

Tutto questo perchè sono convintissimo che il giorno dopo l'abolizione di questo nefasto previlegio, alle nostre frontiere si formeranno code lunghissime di multinazionali desiderose di incrementare i loro già cospicui guadagni dalle nostre parti.
Senza contare la parte che gli imprenditori nostrani che daranno un enorme rilancio alla nostra piccola e media impresa.

Quindi via l'articolo 18, che è la causa principale della perdita di competitività delle nostre imprese e del mancato sviluppo d questi ultimi 4 o 5 anni.

Chiedo solo al governo in carica di fare alcune cose che dovrebbero essere molto più semplici.
Prima di abolire il famigerato articolo provi a cimentarsi in sfide un poco più serie:
- Sburocratizzazione dell'amministrazione,
- Snellimento delle procedure di giustizia,
- Riduzione della spesa per l'energia,
- Riduzione del carico fiscale,
- Lotta alla corruzione,
- Miglioramento della qualità di trasporti, strade, internet.

Fatto quanto qui sopra descritto, parliamo di riforma del lavoro e dall'abolizione di talune parti.
Caro Matteo, abolire un articolo è facile. Fare le cose importanti è un poco più complicato.
Facci vedere che uomo di stato sei.

(29.9.2014)



sabato 20 settembre 2014

Scozia. I sogni muoiono all'alba






Il mio amico John Paul da Glasgow ne era sicuro: questa volta è nostra. Mai come oggi i tempi sono maturi per lasciare l'Inghilterra.
E a dire la verità non mi sarebbe dispiaciuto vedere una Scozia indipendente ed una Inghilterra un poco più ridimensionata.

Invece all'alba a scrutini fatti la realtà è diversa. Peccato

Forse perchè, dopo 300 anni di vita "comune", le ragioni dello stare insieme sono più numerose e più forti.
Tutti gli altri ...separatisti sono avvertiti.

(18.9.2014)


venerdì 5 settembre 2014

Una vita nel disagio.




Il disagio è una gran brutta cosa. Vivere in un quartiere disagiato per un giovane deve essere probabilmente molto difficile.
Questo, però, non è sufficiente a giustificare l'andare in giro in tre su un motorino con un pregiudicato, un evaso, senza casco, senza assicurazione e forzare un posto di controllo.
E in tutto questo ha pagato l'anello debole.
E poi in quale altro luogo d'italia con queste precondizioni la gente del quartiere  scende in strada e si abbandona ad ad atti di vandalismo.
Sebbene non abbia grande simpatia per le forze dell'ordine, penso che anche il carabiniere che ha sparato sia una vittima: vivo ma con la vita rovinata per sempre.
E per contro non posso considerare quel ragazzo morto un ...eroe.
Mi dispiace. No.

Pensa cosa vuol dire essere in un posto di blocco all'interno di un quartiere dove c'è forte disagio e c'è culturale avversione verso lo stato in tutte le sue forme e, ancora, nel cuore della notte.
Ci sono differenze di rischi a fare lo stesso servizio a Bagdad oppure ad Herat, oppure a Medellin?
Non credo molte.

Forse in tutto questo c'è proprio la mancanza di prospettive per un futuro quantomeno dignitoso che brucia le vite di tanti giovani.
La trasforma in miseria.
Nessun ideale, nessuna speranza.
E allora diventa normale vita forzare un posto di blocco in piena notte.

(5.9.2014)

martedì 2 settembre 2014

Preghiera della sera




Non so esattamente che cosa pensare.
Sicuramente non smanio di simpatia per te.
Ma tant'è.
Tu sei li ed io sono qui.

Non so che cosa aspettarmi.
Talvolta usi modalità comunicative che mi ricordano la mia azienda.
Quindi diffidenza.

Se non altro mi dai l'impressione di provarci.
Tentare di cambiare l'immutabile.
Matteo! Non puoi fallire.

Una sola preghiera: se vuoi cambiare qualcosa devi scontentare qualcuno. Anzi ...qualcun'altro.

(2.9.2014)