sabato 5 gennaio 2013

L'eredità di Lilli Gruber e la questione alto atesina




Ho terminato di leggere l'ultimo libro di Lilli Gruber. La lettura è scivolata via senza intoppi. Il libro è godibile e scritto con garbo da una giornalista il cui valore è noto a tutti.

E' la storia della sua famiglia, che risiede in Alto Adige (o SudTirolo come sia la scrittrice che i personaggi preferirebbero). E' incentrata sulla figura e sulla storia di Rosa Tiefenthaler  che detiene e amministra con saggezza le ricchezze agricole lasciatele dal padre. Un panorama idilliaco e di prosperità in cui entra, spannung del libro, la grande guerra e la conseguente caduta dell'impero asburgico.
La vita di Rosa e della sua famiglia ne verrà sconvolta.
Narra ancora del tentativo, fallito e sotto molti aspetti maldestro, del fascismo di italianizzare questi territori appena acquisiti, tentativo sghembo di sradicare il Deutschtum: la germanità.
Si intrecceranno storie di persone in luoghi tutte collegate a Rosa, alla famiglia, alla difesa del patrimonio familiare e culturale.

La scrittrice Gruber ha, inoltre, un rapporto di parentela con i personaggi. Intercala alla storia sue riflessioni e riscoperta dei posti.

A me piacciono molto le storie di frontiera, specie se del nord-est d'Italia collocate temporalmente nella prima metà del XX secolo. Mi piacciono le storie di uomini e donne che in un scenario difficile, in continua evoluzione che sopravvivono e fanno i conti con le realtà nuove.
Contrariamente a quanto successe nelle zone est (Friuli, Istria, Quarnaro) dove la presenza della politica, del fascismo, sono state di sostegno all'italianità che si espandeva, in Alto Adige tutto ciò diventava un mostro spietato ed inarrestabile.
In questo caso l'italianità non si scontra con la cultura slava, più debole e frammezzata, ma la cultura germanica che è ovviamente profondamente radicata.
Sarà una battaglia senza esclusione di colpi.
La gente del SudTirolo sente, quando è al massimo della disperazione,  come unica possibilità di aiuto la dittatura che si sta consolidando in Germania e che ha appena assorbito la terra madre Austria.
Una cura peggiore del male.
Si narra poi del terribile ricatto dell'"Opzione": accettare lo status-quo ed italianizzarsi oppure lasciare tutto ciò che si possiede per emigrare in Germania per colonizzare i nuovi territori dell'est.
Solo il crollo del fascismo in Italia e la rovinosa sconfitta della Germania fermeranno l'inesorabile scivolare verso una catastrofe ancora peggiore.


Questo il libro.
Aggiungo una nota personale.
Alcuni anni fa ho lavorato, per la mia precedente azienda, esattamente nei luoghi descritti dal libro: Egna, Ora, Pinzano. Ricordo ancora oggi la sgradita sensazione provata nei rapporti con la gente del posto: sempre un poco spocchiosi e scostanti nei confronti di chi come noi eravamo li per rimediare ad un nostro problema alla pressa appena fornita. Continua impressione di essere considerati non all'altezza di risolvere il problema."Ah, welscher!(italiani)". Sensazione che nel mio caso era in parte mitigata dal fatto che avevano saputo delle origini della mia famiglia, ma che non risolveva completamente questo stato di diffidenza reciproca.

Con ogni probabilità la storia, da quelle parti, non è stata ancora completamente assorbita, c'è ancora qualche scoria da smaltire, nonostante che la comunità altoatesina sia la minoranza più tutelata d'Europa.
Non si potrà vivere per sempre recriminando gli sbagli di un tempo ormai passato.
Non si potrà continuare a vivere in un posto e sognarne un altro. Specialmente ora che l'Italia vive un momento di grossa difficoltà mentre sia l'Austria che la Germania sono in una situazione di maggiore ricchezza.

L'Alto Adige è un posto bellissimo e arricchita da opportunità che la gente del posto non ha perso.
Francesco Giuseppe è morto da tempo. L'Austria è al di là di una frontiera peraltro aperta.
Viviamo nell'europa dei popoli. Rosa Tiefenthaler ha fatto la sua epoca.

(4.1.2013)

1 commento:

  1. mmm... non condivido proprio la decisione di non lnkare più su FB... non mi ricordo di verificare spesso quando scrivi.... e così perdo l'occasione di aprire i miei orizzonti... Splendida recensione e acuta riflessione!

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