domenica 5 gennaio 2014

La nuova Fiat



Si è data enfasi alla notizia dell'acquisizione di Chrysler da parte di Fiat. Giustamente.
In effetti non ci sono molte occasioni di vedere simili azioni da parte dell'imprenditoria italiana.
Come ho già scritto molte volte gli imprenditori italici preferiscono le placide acque della speculazione borsistica piuttosto all' imprevedibilità dell'impresa.
Una classe di capitalisti ...mediocri.
Invece Fiat ha fatto, a suo modo, un miracolo.
Da considerare che l'industria automobilistica italiano è minima se confrontata con realtà tedesche, giapponesi e americane.
Quindi lo stupore è legittimo.

Ma dall'interno di Fiat Auto (FGA), inspecial modo la direzione tecnica, c'è nebbia fitta.
Non si capisce che direzione stiamo prendendo.
Ovvero: vediamo una direzione , ma questa non ci convince per nulla.
Ci rendiamo quotidianamente conto che l'infiltrazione dei concetti provenieti da Detroit sono sempre più invasivi.
E non è detto che siano ideee migliori.
Ci stiamo spostando, ogni giorno di più su piattaforme che non sono più le nostre.
Sembra che i veri "acquistati" siamo noi.
La gerarchia ci invita a continuare a "integrarci" ed a "condividere".
Peccato che dall'altra parte, delle nostre esperienze, non importa nulla.
Avevo sentito tempo addietro (in tempi non sospetti) che gli americani 'o comandano, oppure non ci stanno'.
C'è pertanto sempre un certo malumore, fastidio, nel gestire e/o sviluppare concetti non condivisi e/o non condivisibili, ma imposti.
Un altro aspetto che gioca a nostro sfavore sono le dimensioni delle aree produttive.
Qualsiasi nostra controparte ad Auburn Hill è sempre 10,20 volte più grande, con la stessa proporzione in fatto di personale.
Il nostro plant a confronto è irrilevante.

E anche questo ha la sua importanza.
Non può essere questa la nuova Fiat.

(5.1.2014)



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